Da quando il Commissario Montalbano concludeva l'episodio con la sua nuotata efficace e panoramica, ho perso il conto dei film che mostrano nuotatori di varia abilità, immersi in acque libere o in piscine dalle architetture più diverse. Recentemente ho visto "Nyad" (un cognome che ricorda le ninfe greche dell'acqua), un biopic sull'impresa di una nuotatrice americana che attraversa l'oceano da Cuba alla Florida, per un viaggio di circa 180 km. Annette Bening è perfetta per il ruolo, non solo per l'età - ha più di sessant'anni - ma anche per la sua nuotata esperta e puntuale nelle poco attraenti e gelide acque dell'oceano.
Nel thriller "To Catch a Killer - L'uomo che odiava tutti", invece, Shailene Woodley ci regala lunghe sequenze in una normale piscina da 25 metri, piuttosto buia (le immagini che vedete qui sotto le ho dovuto schiarire). Le sequenze subacquee mettono in mostra capacità davvero rare, a partire da una splendida virata durante un passaggio a stile libero, o crawl come si dice oggi.
In un altro momento del film (una scena mostrata rovesciata per evidenziare la psicologia del personaggio) fa vedere 25 metri consecutivi in uno stile dorso o backstroke - il più innaturale degli stili perché si guarda il cielo e non la direzione - vigoroso anche questo, come si vede raramente, completamente immersa nell’acqua con la testa che emerge solo alla quarta bracciata, alternativamente a destra e a sinistra per la respirazione, e una rotazione di spalle perfetta ed obliqua che aiuta le mani ad aggrapparsi nell’acqua. Va beh, alla prossima.
To Catch a Killer - L'uomo che odiava tutti, 2023 |
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