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Nel suo primo romanzo “Un uomo di passaggio” Ben Lerner - al Museo del Prado - la racconta così: “Di solito mi trovavo di fronte al quadro circa tre quarti d’ora dopo il risveglio, cosí che l’hashish e la caffeina e il sonno si contendevano ancora il mio organismo mentre contemplavo le figure a grandezza quasi naturale e aspettavo di raggiungere un certo equilibrio. Maria si accascia in un perenne mancamento; gli azzurri della veste sono insuperati nella pittura fiamminga. La sua posa è un’eco quasi perfetta di quella di Gesú; Nicodemo e un aiutante sostengono a mezz’aria il corpo apparentemente privo di peso. Circa 1435; 220 x 262 cm. Olio su tavola.” Rogier Van der Weyden - Deposizione, 1435

selfie (IV)

Rogier van der Weyden - San Luca dipinge la Vergine (dettagli), 1435 Uno dei più importanti pittori fiamminghi si autoritrae in un famoso dipinto che poi è un discorso più ampio sulle immagini sacre e sulla legittimità dell’arte. Luca, che ha seguito il lunghissimo percorso apostolico di Paolo (quello che si converte a Damasco), oltre ad essere l’autore di uno dei vangeli e degli atti degli apostoli era un uomo colto probabilmente macedone, sapeva diverse lingue, era un medico e come tale facile che prendesse note con disegni: insomma sapeva anche disegnare e così è diventato in seguito il patrono degli artisti, i pittori in particolare. Con ogni probabilità ha perfino incontrato Maria la madre di Gesù che presumibilmente aveva circa 80 anni, ovvero trent’anni dopo la morte del figlio.