Il cielo notturno è una cupola scura come uno scolapasta però al contrario, dove i fori sono le stelle e la loro luce. Ma chi lo guarda più, oggi, il cielo se non fosse per quello di Giotto (Cappella degli Scrovegni, ormai patrimonio dell’umanità) un blu profondo con l’oro luminoso degli astri a otto punte cioè lo stesso numero, coricato, dell’infinito, e che immediatamente mi porta a quell’omino di Anselm Kiefer, anche lui coricato, sopraffatto dal nero e dai puntini bianchi: immagine primitiva è dire poco, come un graffito in una grotta del neolitico.
THIS NEVER HAPPENED to PABLO PICASSO