Passa ai contenuti principali

la velocità (II)

Vincent Van Gogh va velocissimo e in Provenza, ad Arles, proveniente prima dalla campagna olandese e poi da Parigi, nel settembre del 1888, all’improvviso, ha un’illuminazione: il colore puro. Scrive a Theo, il fratello: «per arrivare a questo giallo stridente che ho raggiunto quest’estate ho avuto bisogno di un po’ d’esaltazione». E’ anche il periodo della impossibile convivenza con Paul Gauguin e del tentativo di aggressione che si trasforma in autolesionismo. «Ora riuscirò a fondere quegli ori e quei toni di fiori, il primo venuto non riesce a farlo, ci vuole tutta l’energia di un individuo». Segue l’alternanza di depressioni e fasi euforiche, in due mesi 80 opere, una al giorno. Il resto della storia è noto, non c’è il lieto fine. E non andrà meglio neppure a Gauguin.

Paul Gauguin - The Painter of Sunflowers (Portrait of Vincent van Gogh), 1888

Commenti

Post popolari in questo blog

Bryan Ferry sulla Laurentina

  A causa di un singolare intreccio di giornate INPS e spettacoli posticipati, mi si è presentata l'opportunità di firmare un contratto di 45 giorni con una grande azienda, proprio in un periodo che altrimenti sarebbe stato infruttuoso. Inutile dire, senza entrare nei dettagli, che la busta paga del full-time, benedetta dai sindacati e curiosamente chiamata 'cedolino' in un documento all'interno di un'applicazione aziendale per smartphone (utilizzata anche per timbrare entrata e uscita), non è certo adeguata ai costi della vita. Ma abituato come sono a rincorrere per mesi i compensi presso le produzioni teatrali ormai ci si fa poco caso. Assegnato al turno 'pomeridiano' 14:00/22:00, la colonna sonora di questo periodo infuocato è stata la produzione solista di un cantante inglese che non ascoltavo da decenni e che mi ha confermato che il suo miglior album è "The Bride Stripped Bare", ovvero 'La sposa messa a nudo', un titolo alchemico ispir...

la camera chiara

Mi è ricapitato fra le mani “La camera chiara” di Barthes, sottotitolo “nota sulla fotografia” che poi è una elaborazione del lutto della madre partendo da una foto che peraltro non è inserita nel libro e mi è tornata alla mente una foto della mia, di madre, e una volta digitalizzata mi accorgo che era incinta (di mio fratello che sarebbe nato qualche mese più in là, l’anno dopo - io non ero ancora in progetto): quindi è il 1953 e aveva 23 anni. La fotografia analogica è un oggetto, si conserva e invecchia, aveva ragione lui, Roland.

acqua, 3000m

"Io perdo le tue  mani e non so più parlarmi E non so più capirmi Sono acqua e son fuori dall'acqua" *acqua, 3000m è un omaggio a Claudio Rocchi* (2024)