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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

amare l'architettura (II)

La panchina per senzatetto progettata da Stefano Boeri (Milano Fuorisalone 2022) e che ne dimostra l’uso nelle foto in serie prevede un tettuccio e braccioli poggia-testa. E’ un’idea di ‘inclusività’ come si usa dire oggi più che un vero e proprio modulo da realizzare nella pratica. Quando vedo cose così penso a Gio Ponti, a quel suo dattiloscritto e ai suoi contenuti che titolava ‘amate l’architettura’

giorgio strehler chi è

Ci sono alcuni che si infastidiscono da chi non conosce o almeno non ha nemmeno sentito parlarne (ma poi da chi?) del regista teatrale Giorgio Strehler e sarebbe da chiedersi se vale lo stesso per l’artista tedesco Joseph Beuys che ha in comune con il ‘nostro’ l’anno di nascita e l’aver fatto la guerra ma dalla parte sbagliata, quella davvero sbagliata. Comunque quest’ultimo fra le tante cose fatte, moltissime in Italia, e teorizzate, si lasciò andare chissà probabilmente era lo ‘spirito dei tempi’ comunque assolutamente coerente con la sue attività - si può oggi considerarlo il ‘padre’ del cosiddetto ‘Artivismo’ degli artisti contemporanei - insomma, ha detto “siamo tutti artisti” che fa una certa differenza con i “quindici minuti di celebrità” predetti da Andy Warhol - di pochi anni più giovane dei due citati e figlio di immigrati di quella guerra, forse polacchi o slovacchi o persino ucraini, negli Stati Uniti col cognome originario di Warhola - che anticipava sì l’era dell’immagi

la leggenda del pontormo

“Pontormo o la leggenda di Pontormo?” dice Mario Luzi in un ritratto dell’artista da vecchio che approfondisce gli ultimi due anni di vita del pittore accuratamente annotati in un diario si può dire ‘minimalista’, poche righe al giorno su diete alimentari, problemi di salute e i lenti progressi sul lavoro visto che sono otto anni che lavora in una chiesa ad un ‘Giudizio Universale’, abbattuto nel ‘700, committenti la famiglia dei Medici, opera stupefacente che completò il suo allievo Bronzino. Arnold Hauser nella consigliatissima “Storia sociale dell’arte” che ai tempi del liceo artistico era da leggersi in parallelo con il libro di testo ‘ufficiale’ ovvero la "Storia dell’Arte Italiana" - nei vari volumi a salire a seconda dell’anno scolastico - di Giulio Carlo Argan (per chi non lo sapesse o ricordasse è stato anche sindaco di Roma) poco si sofferma sui singoli artisti ma a proposito di Pontormo dice che “soffre di gravi depressioni e con gli anni diventa sempre più misantr