Ci sono alcuni che si infastidiscono da chi non conosce o almeno non ha nemmeno sentito parlarne (ma poi da chi?) del regista teatrale Giorgio Strehler e sarebbe da chiedersi se vale lo stesso per l’artista tedesco Joseph Beuys che ha in comune con il ‘nostro’ l’anno di nascita e l’aver fatto la guerra ma dalla parte sbagliata, quella davvero sbagliata. Comunque quest’ultimo fra le tante cose fatte, moltissime in Italia, e teorizzate, si lasciò andare chissà probabilmente era lo ‘spirito dei tempi’ comunque assolutamente coerente con la sue attività - si può oggi considerarlo il ‘padre’ del cosiddetto ‘Artivismo’ degli artisti contemporanei - insomma, ha detto “siamo tutti artisti” che fa una certa differenza con i “quindici minuti di celebrità” predetti da Andy Warhol - di pochi anni più giovane dei due citati e figlio di immigrati di quella guerra, forse polacchi o slovacchi o persino ucraini, negli Stati Uniti col cognome originario di Warhola - che anticipava sì l’era dell’immagi