In una delle Storie di San Francesco che rappresenta in un interno il Presepe (vivente) di Greccio nel momento della nascita del Bambino, al di sopra l’entrata è appesa ad una struttura la croce vista dal retro: il luogo è il presbiterio di una chiesa che suddivideva la zona delle navate riservata ai fedeli dalla zona dell’abside riservata ai sacerdoti. L’affresco in realtà ha un’insolita inquadratura e se, per un gioco di rimandi o in controcampo, fossimo seduti sui banchi vedremmo solo le spalle delle figure dipinte da Giotto che si affollano all’entrata e la croce inclinata verso di noi.
Mi è ricapitato fra le mani “La camera chiara” di Barthes, sottotitolo “nota sulla fotografia” che poi è una elaborazione del lutto della madre partendo da una foto che peraltro non è inserita nel libro e mi è tornata alla mente una foto della mia, di madre, e una volta digitalizzata mi accorgo che era incinta (di mio fratello che sarebbe nato qualche mese più in là, l’anno dopo - io non ero ancora in progetto): quindi è il 1953 e aveva 23 anni. La fotografia analogica è un oggetto, si conserva e invecchia, aveva ragione lui, Roland.
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