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due angeli

Succede a tutti almeno una volta nella vita di non essere accettati e infatti la terza grande tela, quella centrale, in san Luigi dei Francesi viene ripetuta una seconda volta quella presente oggi, formato rettangolare, dove l’angelo in alto suggerisce con le dita delle due mani i nomi della complicata genealogia di Gesù ovvero l’inizio del Vangelo di Matteo che nelle altre due enormi tele viene prima scelto dentro una bettola e nell’altra martirizzato. Nella prima versione, formato quadrato, il santo è seduto gambe accavallate e piedi addosso allo spettatore mentre il motivo del rifiuto è che il bellissimo angelo, sembra più una ragazza adolescente che con i suoi, di piedi, non tocca terra, guida alla scrittura un uomo che pare essere un analfabeta. La tela è acquistata da un privato scompare per secoli e riappare a Berlino dove verrà distrutta sotto i pesanti bombardamenti nel 1945 quindi ci resta solo una foto in bianco e nero.

Caravaggio - San Matteo e l'angelo, 1602

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la camera chiara

Mi è ricapitato fra le mani “La camera chiara” di Barthes, sottotitolo “nota sulla fotografia” che poi è una elaborazione del lutto della madre partendo da una foto che peraltro non è inserita nel libro e mi è tornata alla mente una foto della mia, di madre, e una volta digitalizzata mi accorgo che era incinta (di mio fratello che sarebbe nato qualche mese più in là, l’anno dopo - io non ero ancora in progetto): quindi è il 1953 e aveva 23 anni. La fotografia analogica è un oggetto, si conserva e invecchia, aveva ragione lui, Roland.

acqua, 3000m

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béton brut (II)

Sono nato praticamente tra piazza Bologna e viale XXI aprile - che poi è la zona dove abito ora - ma sono cresciuto in un quartiere che è difficile da definire oggi compreso com'è tra Portonaccio e Pietralata, zona est di Roma sulla via Tiburtina e ho frequentato le scuole elementari in quelle vie dette INA Casa, dal nome dei costruttori. Insomma lì, proprio difronte al mitico “Tiburtino IV” progettato nel 1949 dagli architetti Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi è stata costruita una chiesa in puro stile ‘brutalista’ nella seconda metà degli anni ’60 da un altro maestro dell’arrchitettura italiana, scomparso in questi giorni, Saverio Busiri Vici: una specie di astronave in cemento armato atterrata su via dei Crispolti e conosciuta da molti di noi come sala prove per il teatro sottostante. Saverio Busiri Vici - interno della Chiesa della Visitazione, 1965/1971