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selfie (II)

Non so se conoscete Cindy Sherman un’artista che si è auto-fotografata da decenni ma non auto-ritratta, per intendersi, come un attore che su un palco recita Shakespeare è il personaggio e non lui stesso, Sarah Thornton di lei dice che è un’antesignana rispetto “all’attuale cultura dei social media, che promuovono l’ossessione della continua auto-rappresentazione” cosa che, aggiungo, ritrovo - almeno nei miei contatti sulle varie piattaforme - appartenere più ostinatamente a fasce di età avanzate rispetto a quelle più giovani. “Quando ti guardo, vedo quello che tu vuoi che io veda” cantano gli Arcade Fire una nota band canadese in ‘Age of Anxiety’ brano di apertura del loro ultimo album che infatti riporta in copertina un occhio, immagine virata dall’arancio al blu direi un ‘orange and teal’ che fa sempre un bell’effetto.

Cindy Sherman - Untitled #603, 2019 

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la camera chiara

Mi è ricapitato fra le mani “La camera chiara” di Barthes, sottotitolo “nota sulla fotografia” che poi è una elaborazione del lutto della madre partendo da una foto che peraltro non è inserita nel libro e mi è tornata alla mente una foto della mia, di madre, e una volta digitalizzata mi accorgo che era incinta (di mio fratello che sarebbe nato qualche mese più in là, l’anno dopo - io non ero ancora in progetto): quindi è il 1953 e aveva 23 anni. La fotografia analogica è un oggetto, si conserva e invecchia, aveva ragione lui, Roland.

acqua, 3000m

"Io perdo le tue  mani e non so più parlarmi E non so più capirmi Sono acqua e son fuori dall'acqua" *acqua, 3000m è un omaggio a Claudio Rocchi* (2024)

béton brut (II)

Sono nato praticamente tra piazza Bologna e viale XXI aprile - che poi è la zona dove abito ora - ma sono cresciuto in un quartiere che è difficile da definire oggi compreso com'è tra Portonaccio e Pietralata, zona est di Roma sulla via Tiburtina e ho frequentato le scuole elementari in quelle vie dette INA Casa, dal nome dei costruttori. Insomma lì, proprio difronte al mitico “Tiburtino IV” progettato nel 1949 dagli architetti Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi è stata costruita una chiesa in puro stile ‘brutalista’ nella seconda metà degli anni ’60 da un altro maestro dell’arrchitettura italiana, scomparso in questi giorni, Saverio Busiri Vici: una specie di astronave in cemento armato atterrata su via dei Crispolti e conosciuta da molti di noi come sala prove per il teatro sottostante. Saverio Busiri Vici - interno della Chiesa della Visitazione, 1965/1971