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nacht und träume

Notte e sogno - che poi è un lied di Franz Schubert - è anche una breve pièce dei primi anni ’80 per la televisione tedesca di Samuel Beckett - che ne cita perfino il testo - ispirata incredibilmente al quadro visto in un museo di Berlino ad opera di un pittore fiammingo non particolarmente conosciuto che transitò, tra i molti viaggi, pure in Italia primi del '500 e restando folgorato, ovviamente, da Raffaello. Su Beckett leggo di un film in arrivo (con Gabriel Byrne quindi senza nessuna appropriazione culturale, come si usa dire) e di un appena uscito ‘Meridiano’ della Mondadori contenente i romanzi, il teatro e la televisione: una cosa preziosa perché sembra che i suoi libri siano quasi tutti fuori catalogo per le scarse vendite di conseguenza introvabili. Jan Gossaert - Orazione nell’orto, 1510

stone love

Stone love, 2024  

hamlet [2]

  Il ritratto di Pablo de Valladolid, attore di corte, è un dipinto di Diego Velázquez dove il soggetto è interamente vestito di nero - tranne una ‘golilla’ cioè una gorgiera in cartone rivestita di taffeta che rimaneva rigida per mesi utilizzata a corte per risparmiare sull’amido in tempi di tracollo dell’economia spagnola - colto mentre in uno spazio indefinito, fa il suo mestiere. Mestiere che nei resoconti dell’opera in cataloghi ed inventari varia da ‘buffone’ a ‘giullare’ visto che operava - come il pittore - nella stessa corte: in fondo chi intestava il titolo rifletteva il proprio punto di vista. Di certo Velázquez lo ritrae in omaggio alla sua esibizione, la professione di Pablo de Valladolid non poteva certo permettersi tale commessa. Chi ha visto dal vero un quadro di Velázquez è al corrente della magia della sua pittura “a macchie distanti” e pochi segni quindi l’incredibile differenza tra vederlo da lontano e da vicino. Quando Édouard Manet lo vide al Prado il dipinto si i

selfie (V)

Gli autoritratti di Raffaello Sanzio, a quanto si sa, sono 4: il primo a circa 23 anni ed era ancora al seguito del suo maestro Perugino; il secondo a circa 27 anni in un affresco corale nella Scuola di Atene presso le Stanze Vaticane accanto al suo amico e collaboratore detto il Sodoma; del terzo autoritratto resta una foto perché il quadro è stato rubato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale in una città della Polonia e non è stato più ritrovato ma si può dire che è un vero dandy e aveva circa 33 anni; il quarto ed ultimo è insieme ad un suo amico e pare sia lo specchio dei suoi ultimissimi anni di vita che Vasari descrive un po’ “viziosi” e movimentati, quando è morto aveva 37 anni. 4 autoritratti di Raffaello

ufo's rose period II [5]

Ufo's Rose Period II, 2023

breve storia della sedia - IV bis (XIII)

breve storia della sedia - IV bis [XIII], 2023  

fade to grey [4]

fade to grey, 2023  

breve storia della sedia (XII)

breve storia della sedia (XII), 2023  

ufo's pink period [3]

ufo's pink period, 2023  

splashdown [2]

  splashdown, 2023

breve storia della sedia (XI)

breve storia della sedia (XI), 2023   

breve storia della sedia (X)

breve storia della sedia (X), 2023  

ammaraggio [1]

ammaraggio ovvero atterraggio su uno specchio d'acqua, 2023

breve storia della sedia (IX)

  breve storia della sedia (IX), 2023

le chat noir

Qui, nella tela del ‘Moretto’, pittore di area bresciana a cavallo tra ‘400 e ‘500, appare ai piedi dell’apostolo di destra - il che giustifica la posizione arretrata della gamba - un gatto dal pelo bianco e rosso ma accanto, qualcuno suggerisce ci sia anche un gatto nero che nasconde il piede del tavolo e con la coda il lembo finale della tovaglia. Bisognerebbe vederlo dal vivo per averne la certezza. Alessandro Bonvicino detto il Moretto - Cena in Emmaus, 1527