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estasi (II)

Quelle rare volte che vado al MAXXI bellissimo edificio sulle vecchie caserme progettato dall’architetto, bravissima, Zaha Hadid dove purtroppo non c’è mai niente da vedere se non il museo in se stesso, coincidono sempre con una partita della A.S. Roma coincidente stavolta anche questa tra l’ultima gara in casa di campionato e la ‘Notte dei Musei’. Premessa per arrivare a Guido Reni la via del museo che a lui è dedicata, uno che a Roma ha lavorato sodo, tra maniera e barocco, e che nel suo, si può dire ‘background’? ha Raffaello passato anche attraverso gli occhi di Annibale Carracci (bolognese come lui) contemporanei, entrambi, di Michelangelo Merisi milanese ma detto Caravaggio per l’origine dei suoi genitori. Ecco a san Luigi dei Francesi c’è una meravigliosa copia, quindi una ‘cover’ di quasi un secolo dopo, di un’altra ‘Estasi’ quella di santa Cecilia di Raffaello che invece è a Bologna dove la santa, patrona di musica strumenti e cantanti è l’unica, al centro di un girotondo, a percepire dall’alto dei suoni o una melodia. A terra una ‘natura morta’ di strumenti musicali che mi fa pensare a un altro bolognese, però più vicino a noi come epoca, Giorgio Morandi.

Raffaello Sanzio / Guido Reni - L'estasi di santa Cecilia, 1514 / 1602

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la camera chiara

Mi è ricapitato fra le mani “La camera chiara” di Barthes, sottotitolo “nota sulla fotografia” che poi è una elaborazione del lutto della madre partendo da una foto che peraltro non è inserita nel libro e mi è tornata alla mente una foto della mia, di madre, e una volta digitalizzata mi accorgo che era incinta (di mio fratello che sarebbe nato qualche mese più in là, l’anno dopo - io non ero ancora in progetto): quindi è il 1953 e aveva 23 anni. La fotografia analogica è un oggetto, si conserva e invecchia, aveva ragione lui, Roland.

acqua, 3000m

"Io perdo le tue  mani e non so più parlarmi E non so più capirmi Sono acqua e son fuori dall'acqua" *acqua, 3000m è un omaggio a Claudio Rocchi* (2024)

béton brut (II)

Sono nato praticamente tra piazza Bologna e viale XXI aprile - che poi è la zona dove abito ora - ma sono cresciuto in un quartiere che è difficile da definire oggi compreso com'è tra Portonaccio e Pietralata, zona est di Roma sulla via Tiburtina e ho frequentato le scuole elementari in quelle vie dette INA Casa, dal nome dei costruttori. Insomma lì, proprio difronte al mitico “Tiburtino IV” progettato nel 1949 dagli architetti Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi è stata costruita una chiesa in puro stile ‘brutalista’ nella seconda metà degli anni ’60 da un altro maestro dell’arrchitettura italiana, scomparso in questi giorni, Saverio Busiri Vici: una specie di astronave in cemento armato atterrata su via dei Crispolti e conosciuta da molti di noi come sala prove per il teatro sottostante. Saverio Busiri Vici - interno della Chiesa della Visitazione, 1965/1971