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estasi (II)

Quelle rare volte che vado al MAXXI bellissimo edificio sulle vecchie caserme progettato dall’architetto, bravissima, Zaha Hadid dove purtroppo non c’è mai niente da vedere se non il museo in se stesso, coincidono sempre con una partita della A.S. Roma coincidente stavolta anche questa tra l’ultima gara in casa di campionato e la ‘Notte dei Musei’. Premessa per arrivare a Guido Reni la via del museo che a lui è dedicata, uno che a Roma ha lavorato sodo, tra maniera e barocco, e che nel suo, si può dire ‘background’? ha Raffaello passato anche attraverso gli occhi di Annibale Carracci (bolognese come lui) contemporanei, entrambi, di Michelangelo Merisi milanese ma detto Caravaggio per l’origine dei suoi genitori. Ecco a san Luigi dei Francesi c’è una meravigliosa copia, quindi una ‘cover’ di quasi un secolo dopo, di un’altra ‘Estasi’ quella di santa Cecilia di Raffaello che invece è a Bologna dove la santa, patrona di musica strumenti e cantanti è l’unica, al centro di un girotondo, a percepire dall’alto dei suoni o una melodia. A terra una ‘natura morta’ di strumenti musicali che mi fa pensare a un altro bolognese, però più vicino a noi come epoca, Giorgio Morandi.

Raffaello Sanzio / Guido Reni - L'estasi di santa Cecilia, 1514 / 1602

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